Le buche delle lettere: reperti di archeologia postale

Cassetta delle lettere in via della Vite.

Cassetta delle lettere in via della Vite.

Sai che a Roma… spedire e ricevere lettere è ormai roba d’altri tempi? Oggi non scriviamo più, abbiamo perso quel gusto romantico di scrivere e imbucare una lettera o una cartolina. Ormai nelle nostre cassette postali troviamo solo bollette, pubblicità, o peggio ancora multe, ma una volta era diverso.

Molti anni fa, prima dell’invenzione del telefono, di internet, facebook  e twitter, andare alla posta a spedire una lettera era l’unico modo di comunicare e costituiva un momento importante. Si affidava all‘Ufficio Postale il compito di consegnare al destinatario i nostri messaggi, le nostre parole.

La Posta era chiamata allora Posta delle Lettere per distinguerla dalla Posta dei Cavalli, le stazioni “poste” lungo il percorso per il cambio dei cavalli e il ristoro dei viaggiatori.

Le prime buche delle lettere vennero installate sulle pareti dei palazzi comunali, nelle antiche stazioni di cambio dei cavalli, lungo le strade di grande comunicazione.

Abbiamo notizia delle prime buche di impostazione, a partire dal XVII secolo, quando furono messe lungo le vie consolari. In particolare la prima fu installata sulla Flaminia all’inizio del 1632.

Più tardi con l’incremento del traffico postale si moltiplicarono i punti di raccolta delle lettere e si realizzarono le “cassette postali”. Più facili da posizionare e da svuotare, queste nuove cassette erano collocate di solito vicino alle farmacie e ai venditori di “sale e tabacchi”. Addirittura si potevano “gettare le lettere in buca” anche sui tram.

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Cassetta postale su un tram (in foto si tratta però di un tram milanese…)

Le vecchie buche in pietra, come quella della foto, in via della Vite, furono gradualmente sostituite dalle nuove cassette postali, e chissà che a breve non spariscano anche queste! Oggi per comunicare usiamo sms, whatsApp o la posta elettronica, le nostre parole viaggiano a velocità incredibile, nell’attimo di un click.

Voi ricordate quando è stata l’ultima volta che avete “imbucato” una lettera? Noi no!