Modi di dire romaneschi: Chi se venne la spada, nun è boja
Sai che a Roma… questo modo di dire è legato a un aneddoto particolare?
“Chi se venne la spada, nun è boja” significa che chiunque rinunci alle armi, e quindi alla violenza, è una persona civile e di buoni sentimenti.
A raccontarci l’origine di questa locuzione è Giggi Zanazzo, nel volume Tradizioni popolari romane. La sua nascita risale ai tempi di papa Sisto V (papa dal 1585 al 1590), il quale aveva l’abitudine di mescolarsi alla folla in abiti civili o di semplice frate minore, per poter ascoltare indisturbato i commenti che il popolo faceva su di lui e sulla sua politica. E così, durante una di queste spedizioni, mentre sostava in un’osteria ebbe modo di vedere che un tamburino della sua scorta, per saldare il conto all’oste, stava vendendo la propria spada d’ordinanza. Al suo posto, rimise nel fodero una finta impugnatura con una lama di legno.
Il papa ebbe subito l’occasione di mettere in difficoltà il tamburino, perché il giorno seguente era prevista l’esecuzione di un gendarme pontificio che, abusando del proprio ruolo e della propria divisa, aveva commesso vari delitti e angherie. Il pontefice ordinò che a occuparsi dell’esecuzione, mediante il taglio della testa, fosse proprio il tamburino con la spada finta… Questi però non si perse affatto d’animo, e al momento di eseguire l’ordine gridò: “Dio mio, risparmiami la parte del boia… Fa’ che la mia spada diventi di legno!”. E quando sguainò l’arma, che effettivamente era di legno, tutti gridarono al miracolo.
Lo stesso Sisto V, di fronte a tanta arguzia e tanta audacia, non poté che ammirare lo scaltro tamburino, e finì addirittura per promuoverlo di grado!