Il Sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo, visibile tra via Piave e via di Sulpicio Massimo (nei pressi dell’antica Porta Salaria, nella zona dell’attuale piazza Fiume), fu rinvenuto nel 1871 sotto la torre orientale della Porta Salaria.
All’epoca Virginio Vespignani dirigeva i lavori di abbattimento della Porta onoriana, gravemente danneggiata dalle cannonate del 1870: I resti del sepolcro di I secolo d.C. sono oggi visibili in un piccolo giardino poco distante dal luogo di rinvenimento, ma la parte superiore del monumento è una copia (l’originale si trova ai Musei Capitolini).
Su un basamento in travertino, un’edicola marmorea reca scolpita ad altorilievo la figura del giovane Quinto Sulpicio Massimo, con in mano un rotolo. Due iscrizioni in greco e in latino ci raccontano la storia di questo ragazzino-prodigio, morto a 11 anni subito dopo aver vinto una importante competizione di poesia greca organizzata nell’ambito del terzo Certamen Quinquennale, una gara mondiale di ginnastica, sport equestri, musica e poesia che si tenne sotto Domiziano, nel 92 d.C. Il talentuoso giovane aveva sconfitto 52 poeti, conquistando il favore del pubblico nel corso della gara di improvvisazione Versus Extemporales (un po’ come un moderno rapper…).
La sua carriera come verseggiatore, purtroppo, non ebbe modo di proseguire a causa della morte improvvisa. I genitori, Quinto Euganeo e Licinia Ianuaria volle dedicargli questo sepolcro in memoria sua e della sua arte: il rotolo che il il giovane tiene in mano si riferisce proprio ai versi che lo fecero incoronare vincitore.