Sai che a Roma… è stato ritrovato uno xenodochium?
Uno xenodochio o, in latino, xenodochium (la parola però ha origini greche), era una struttura in cui, durante l’epoca medievale, i pellegrini che intraprendevano lunghi viaggi verso i luoghi di culto potevano riposarsi e ristorarsi gratuitamente. A gestire questa sorta di ospizio per forestieri erano i monaci, che si impegnavano così nell’attività di assistenza ai forestieri che per devozione affrontavano lunghi e pericolosissimi viaggi, per lo più a piedi. Roma, come è naturale, nell’VIII secolo era una ambitissima meta di pellegrinaggio, e dalle fonti scritte sappiamo che nel medioevo erano almeno 14 gli xenodochia presenti. Fino ad ora però nemmeno uno di questi edifici era stato ritrovato. Nel corso dei lavori effettuati per la realizzazione della nuova linea del tram 8, invece, proprio in via delle Botteghe Oscure gli archeologi hanno portato alla luce questa preziosa testimonianza storica.
La soprintendente dott.ssa Fedora Filippi ha presentato ieri (15 maggio 2013), in un convegno alla British School at Rome, i risultati delle indagini, ormai terminate. I ritrovamenti riguardano un corpo di fabbrica rettangolare, articolato in ambienti che affacciano lungo un corridoio. Le murature, in base alle tecniche edilizie, sembrano potersi datare tra l’VIII e il IX secolo, dato che si accorderebbe bene con le fonti storiche, le quali raccontano che papa Stefano II, tra il 752 e il 757 fece restaurare tutti gli xenodochia di Roma. L’identificazione puntuale con lo xenodochio degli Anici, fondato dalla gens Anicia e restaurato proprio da Stefano II sembra più che plausibile, ma non ancora certa.
Oltre ai dormitori dei pellegrini, il complesso edilizio era dotato anche di terme , di un refettorio e, ovviamente, era collegato a un oratorio: si tratta della chiesa medievale di Santa Lucia de’ Calcarari, demolita nell’Ottocento ma di cui sono ora tornati alla luce i resti. Scopriamo così che si trattava di una chiesa con tre absidi ad angolo retto (unico esempio di VIII secolo conosciuto a Roma), larga 12 metri e lunga 16, con il presbiterio rivestito di lastre di marmo. Nel XVII secolo, probabilmente in coincidenza di un importante intervento di ristrutturazione, il pavimento medievale della chiesa fu distrutto per ricavare, secondo una pratica piuttosto diffusa, un ossario, cioè un ambiente in cui raccogliere i resti ossei di persone inumate precedentemente e riesumate, in modo tale da poter creare spazio per nuove sepolture.
Questa è Roma: una città in cui sostituendo i binari del tram, puoi ritrovare secoli di storia, semplicemente dimenticati lì!
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