Quello che passò alla storia come l’incendio neroniano, tra i più catastrofici incendi che Roma ricordi, divampò per ben 9 giorni. Roma a quel tempo contava circa un milione di abitanti; le vittime furono migliaia e circa 200.000 persone rimasero senza casa.
Tacito ce lo racconta con queste parole: “Sequitur clades, forte an dolo principis incertum (nam utrumque auctores prodidere)” “Seguì un disastro, non si sa se dovuto al caso oppure al dolo del principe (poiché gli storici interpretarono la cosa nell’uno e nell’altro modo)” (Annales XV, 38-1).
Le accuse caddero subito su Nerone, il quale, pur trovandosi quella notte nella sua villa al mare ad Anzio, fu ritenuto da molti responsabile. Inoltre si era diffusa la voce che mentre Roma bruciava, Nerone dal suo palazzo cantava un brano sulla “Caduta di Troia”.
In questo stesso anno (o forse secondo altre fonti nel 67 d.C.) Pietro venne arrestato e martirizzato presso il circo neroniano, proprio nello stesso luogo dove oggi si trova la basilica di S. Pietro.