17 Ott, 2013 | Notizie
Sai che a Roma… certe notizie mettono i brividi?
I ritrovamenti archeologici possono essere più o meno sensazionali, ma quasi ogni volta che si scava, l’antica Roma è lì, quasi a volerci ricordare e sottolineare il privilegio e la responsabilità di vivere nella Città Eterna.
Stavolta a rivedere la luce è, in via del Tritone, un quartiere di età imperiale, con tanto di domus, terme, strade e acquedotto. Incredibile…
Il cantiere allestito per realizzare il nuovo palazzo della Rinascente, che sorgerà sorta al posto di una palazzina degli anni Cinquanta (ma… si farà davvero, a questo punto?), ci restituisce istantanee di vita antica: l’acquedotto Vergine, gli ambienti di alcune insulae, che erano in pratica le case “normali” dei Romani antichi, su più piani, stile condominio (del resto, dai, non tutti vivevano nelle villae o nelle domus mosaicate… Proprio come oggi!), le strade che si snodavano tra i vari edifici… E poi, ancora, una ricca abitazione (la domus di cui parlavamo…) corredata di decorazioni e addirittura di una stibadium (una specie di triclinio di cui a Roma si conosce solo un altro esempio) e addirittura un grande impianto termale. I mosaici in bianco e nero che compongono motivi vegetali sono sorprendenti, così come quelli che raffigurano figure mitologiche, nodi di Salomone, pesci e sirene; ma quello che più lascia senza fiato, sono i pavimenti in opus sectile, nei quali frammenti di marmi colorati vengono intarsiati per formare disegni geometrici accurati e di sicuro effetto scenico.
Un tratto di strada lungo 200 metri (probabilmente la Salaria Vetus) sembra voler sottolineare, semplicemente con la sua presenza, che i resti riportati alla luce erano parte integrante di un tessuto urbano complesso e articolato, molto simile, in fondo, a quello che viviamo anche oggi.
Resti archeologici nel cantiere della Rinascente
Qualche giorno fa era uscita sui giornali la notizia di ritrovamenti archeologici nell’area dietro largo del Nazareno, sempre interessata dai lavori per la nuova Rinascente. Le informazioni però erano piuttosto vaghe e confuse, e parlavamo di magazzini e ambienti di servizio, senza fornire ulteriori informazioni.
Ora la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, che conduce le indagini preventive, ha ufficializzato la notizia, spiegando finalmente la vera natura dei resti emersi. Nella vasta area di cantiere, circa 4.000 mq situati tra via del Tritone e via Due Macelli, si scava in realtà già dal 2011. La dott.ssa Fedora Filippi spiega che il primo ritrovamento importante è stato un tratto dell’acquedotto Vergine, quello, per capirci, che ancora oggi alimenta Fontana di Trevi e che è l’unico acquedotto romano che dopo duemila anni è ancora in funzione! La parte messa in evidenza è realizzata in blocchi di tufo, ed è il segmento più antico individuato, visto che la struttura, nel tempo, ha subito continui restauri e lavori di manutenzione. Esiste quindi un progetto che prevede la valorizzazione dell’acquedotto tramite il restauro e la musealizzazione all’interno del palazzo stesso.
Al momento (ottobre 2013) lo scavo è ancora in corso, in particolar modo per quanto riguarda l’area delle terme, e perché le indagini possano dirsi terminate ci vorrà ancora qualche mese (almeno!). E poi… chissà… la Rinascente potrebbe trasformarsi in un museo!
Cantiere archeologico in via del Tritone
Aggiornamento giugno 2014: Cosa è successo? Da ottobre del 2013 sembra in realtà che i lavori siano sospesi: possibile che lo scavo delle terme non sia proseguito? Le strutture sono coperte da un tessuto protettivo, e sembra che tra la Rinascente, a cui spetta la gestione dei lavori, e la Soprintendenza, manchi un accordo. In particolare, più che l’accordo, a mancare sarebbe il progetto della società della Rinascente comprendente le possibili disposizioni da mettere in atto per preservare e valorizzare le importanti strutture termali venute alla luce.
Il nuovo e lussuoso centro commerciale, con tanto di roof garden, avrebbe dovuto essere inaugurato nel 2015. Certo, un roof garden con vista sulle Antiche Terme non sarebbe male, ma… un’area archeologica in mezzo al via del Tritone è ancora più affascinante!
Aggiornamento settembre 2017: Il nuovo complesso della Rinascente, a quanto sembra, sarà inaugurato a breve, il 12 ottobre 2017 (e così è stato! Guarda qui sotto il video dell’inaugurazione). Il gruppo Rinascente (ex proprietà della famiglia Agnelli e oggi in mano a una società thailandese) ha sostenuto infatti tutte le spese di recupero, decidendo infine, d’accordo con il soprintendente Francesco Prosperetti, di realizzare un’area archeologica direttamente all’interno del nuovo edificio e fruibile gratuitamente.
Le 15 arcate (quin-di-ci!) dell’Acquedotto Vergine basterebbero già da sole a fare di questo nuovo ritrovamento la meta di un vero e proprio “pellegrinaggio archeologico”. Ma si è voluto fare di più! Prosperetti parla infatti di ricostruzioni in realtà virtuale che permettono ai visitatori di farsi una idea più precisa di come potesse apparire il tessuto urbano dell’epoca antica, e di ricordarsi che anche quest’area della città, che oggi tendiamo ad associare al Barocco, era una parte fondamentale dell’Urbe fin dalle origini.
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28 Giu, 2017 | Notizie
Scavi metro C – pozzo Q15. Resti di solaio ligneo
Sai che a Roma… gli scavi per la metro C non finiscono di sorprendere?
Un nuovo e importante ritrovamento archeologico è emerso dagli scavi per un pozzo in via dell’Amba Aradam (angolo via della Ferratella). Stavolta a rivedere la luce sono stati i resti di un edificio romano datato al II-III secolo d.C. e del quale, eccezionalmente, ci sono giunte conservate anche le parti in legno, come il solaio e le gambe di sgabelli e tavolini.
All’interno del pozzo Q15 infatti, tra i 9 e i 10 metri di profondità, i resti appaiono carbonizzati e come pietrificati. Un improvviso incendio ha fatto collassare l’edificio. I resti rinvenuti, come in una sorta di piccola “Ercolano” della Capitale, appaiono cristallizzati in questo tragico istante, che ha segnato la fine anche per un cane e il suo cucciolo (o forse un gatto), i cui scheletri sono stati rinvenuti nell’area di scavo.
L’eccezionalità del ritrovamento riguarda soprattutto la presenza delle strutture lignee, che generalmente si conservano solo in condizioni ambientali molto peculiari. In questo caso, è stata proprio la carbonizzazione a rendere possibile che il legno arrivasse fino a noi. Del solaio ligneo (vero e proprio unicum per Roma) è stato possibile riconoscere i travetti rettangolari di legno a cui venivano fissate le canne di che servivano per far aggrappare gli intonaci al solaio stesso e alle pareti. Anche i resti della contignatio, ovvero, come spiega Vitruvio, la struttura portante del solaio, con una trave principale e travicelli minori da questa sostenuti, hanno suscitato negli archeologi un bel po’ di emozione!
Scavi metro C – pozzo Q15. Affresco
Altri elementi lignei di arredo risultano più difficili da riconoscere, ma di certo in alcuni è possibile identificare gambe di sgabelli o tavolini e perfino uno stipite con tracce del vetro della finestra.
Pareti finemente affrescate con motivi floreali e resti di mosaici pavimentali in bianco e nero costituiscono la parte più “normale” del rinvenimento!
Le strutture potrebbero essere interpretate, forse, come ambienti di rappresentanza di una caserma scoperta circa un anno fa in viale Ipponio, sempre durante i lavori per la metro C. Non si esclude però la loro appartenenza a qualche ricca domus privata aristocratica, simile a quelle note sul Celio..
Lo scavo, intrapreso a dicembre del 2016, è ancora in corso, mentre già si riflette su come conciliare le esigenze di realizzazione della metro C con quelle di conservazione dei reperti. Il pozzo infatti è necessario sia per far passare le talpe che scaveranno le gallerie, sia per permettere tempestivi interventi di consolidamento del terreno qualora le vicine Mura Aureliane dovessero mostrare di risentire del passaggio di tali macchinari. Per il momento, comunque, sembra che si stia pensando di asportare i resti e di rimontarli all’interno del museo della stazione.
Purtroppo il diametro del pozzo è di soli 8 metri, e la profondità di scavo non consente di ampliare le indagini oltre le pareti del pozzo, che costituisco un contenimento per il terreno e permettono quindi di lavorare in sicurezza. Non sarà quindi possibile ampliare l’area di scavo per scoprire anche le parti della struttura. Si continuerà invece a scavare in profondità, fino a -13 metri, quota a cui dovrebbe trovarsi il pavimento del piano terra della struttura.
Qui sotto, il video del tg3 in cui viene presentato il ritrovamento
UNA “MINI POMPEI” SOTTO ROMA
A Roma, durante gli scavi per la metro C, è stata fatta una scoperta eccezionale: una casa distrutta da un incendio nel terzo secolo, conservata come a Pompei. Dal Tg3 delle 19 del 26 giugno 2017, il servizio di Anna Frangione
Pubblicato da Tg3 su Lunedì 26 giugno 2017
25 Mag, 2017 | Featured, Notizie
Sai che a Roma… dopo 56 anni abbiamo di nuovo le nostre cascate?
Il Giardino delle Cascate si trova all‘Eur, tra i due ponti che attraversano il laghetto, e fu realizzato nel 1961 su progetto dell’architetto Raffaele De Vico con tanto di pietre, scogliere, fontane, piante e giochi d’acqua. Il giardino però fu chiuso poco dopo, e negli anni fu utilizzato solo saltuariamente come set cinematografico (per esempio nel film L’ultimo bacio del regista Gabriele Muccino).
Dal mese di maggio 2017 questo inaspettato angolo di natura è di nuovo fruibile. Anche il ponte pedonale Hashi (“ponte” in giapponese), infatti, è stato finalmente ripristinato dopo che alcuni vandali ne avevano rovinato la pavimentazione vetrata. Ora quindi la Passeggiata del Giappone, affollatissima nel periodo dell’Hanami, è tornata ad essere completamente percorribile. L’apertura è tutti i giorni, dalle 7 alle 20, e si accede arrivando da viale Oceania.
L’architetto Franco Zagari ritene che il Giardino delle Cascate sia “forse il giardino moderno italiano più interessante della seconda metà del Novecento“. Non vorrai mica perdertelo?!
La gioia per il recupero di questo incredibile giardino di paesaggio, con la sua simmetria classica, non riguarda esclusivamente motivi estetici e ludici. Le cascate e i giochi d’acqua rivestono infatti un importante ruolo nell’ossigenazione e nella movimentazione delle acque del laghetto, da sempre in lotta contro la proliferazione di alghe.
Altra interessante curiosità è che le cascate, grazie a una serie di lavori che hanno avuto luogo tra il 2007 e il 2008, possono essere utilizzate in caso di malfunzionamento del “fungo” dell’Eur, ovvero il serbatoio idrico del quartiere.
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23 Mar, 2017 | Notizie
Sai che a Roma… a Trastevere, a 8 metri di profondità, è tornata alla luce un’antica necropoli ebraica?
La necropoli, usata tra XIV e XVII secolo, è emersa nel corso degli scavi a Palazzo Leonori, in via delle Mura Portuensi. I lavori in corso per realizzare la nuova sede di AdiR (Assicurazioni di Roma) hanno permesso di individuare almeno 38 sepolture che è stato possibile attribuire a quello che era noto come il Campus Iudaeorum. Si tratta del cimitero usato dalla Comunità Ebraica nel corso del tardo Medioevo e della prima età moderna. Fino ad ora era conosciuto solo dalle fonti e dalla cartografia storica.
Nel XVI secolo infatti, la necropoli ebraica fu spostata nell’area dove oggi sorge il Roseto Comunale, che non a caso nasconde tra i suoi vialetti una celebre Menorah (leggi La Menorah nascosta).
I 38 scheletri sono stati trovati in buono stato di conservazione, mentre le sepolture, come previsto dal rito ebraico, non hanno restituito oggetti di corredo. Uniche eccezioni due anelli d’oro e una bilancia di ferro. Come sottolineato dalla dott.ssa Daniela Rossi, della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, gli scheletri “sono per la maggior parte uomini, ma siamo riusciti ad individuare alcune donne ed un paio di bambini”. A quanto sembra poi, i corpi dovettero essere deposti in casse di legno, testimoniate dalla presenza di residui lignei e di chiodi.
Ma le sorprese non sono finite, perché nel corso degli scavi sono emersi anche i resti di due edifici monumentali pertinenti a una grande conceria, forse proprio quei Coraria Septimiana che si trovavano nella regio XIV Transtiberim e che si occupavano di realizzare indumenti e accessori per l’esercito. Il nome “Septimiana” non indica però l’età della realizzazione dell’edificio, ma semplicemente alcuni possedimenti che l’imperatore Settimio Severo possedeva nella zona [grazie a Maria Grazia Cinti per la precisazione]. I resti delle vasche in muratura e i residui di calce e di allume (utilizzati per trattare le pelli) non lasciano comunque molti dubbi sulla funzione degli ambienti.
I lavori di scavo archeologico sono durati 4 anni, ma i risultati delle ricerche sono stati resi noti solo da pochi giorni.
L’area della necropoli ebraica di Roma sarà visitabile su richiesta.
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Le foto utilizzate in questo articolo sono tratte da notiziedattualita.com
9 Mag, 2017 | Notizie
Uno sciopero di 24 ore rischia di creare una nuova giornata di caos nella Capitale.
Giovedì 11 maggio 2017 l’agitazione dei lavoratori Atac, indetta dai sindacati Faisa Confail e Orsa Tpl, potrebbe creare disagi nella circolazione di autobus, tram, metropolitane (A, B e C) e treni della Roma-Lido, della Roma-Viterbo e della Termini-Centocelle. Anche le linee periferiche (elenco in fondo alla pagina) però sono a rischio, perché a protestare saranno anche i lavoratori di Roma Tpl aderenti ai sindacati Faisa Cisal, Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil.
Per quanto riguarda Atac, lo sciopero è di 24 ore. Saranno comunque garantite, come sempre, le fasce di garanzia, con regolare servizio dalle 5.30 fino alle 8.30 e poi dalle 17 alle 20.
Le linee periferiche della Roma Tpl saranno invece a rischio tra le 8.30 e le 12.30.
Per agevolare la circolazione le ZTL del Centro e di Trastevere saranno disattivate.
I motivi dell’agitazioneriguardano, per Atac, il marcato accordo in merito alla vertenza sicurezza, compresa la mancata manutenzione dei mezzi di trasporto (problema che ha conseguenze drastiche anche su noi utenti…!); in Roma Tpl invece il malcontento è relativo ancora al mancato pagamento degli stipendi.
Per essere costantemente aggiornat@ sulla situazione delle linee, puoi consultare i siti muoversiaroma.it, atac.roma.it, agenziamobilita.roma.it, oppure twittare a @InfoAtac o a @romamobilità.
Elenco delle linee gestite da Roma Tpl: 08, 011, 013, 013D, 017, 018, 022, 023, 024, 025, 027, 028, 030, 031, 032, 035, 036, 037, 039, 040, 040F, 041, 041F, 042, 044, 048, 049, 051, 053, 054, 055, 056, 057, 059, 066, 078, 086, 088, 088F, 135, 146, 213, 218, 226, 235, 314, 339, 340, 343, 344, 349, 404, 437, 441, 444, 445, 447, 502, 503, 505, 543, 546, 548, 552, 555, 557, 657, 660, 663, 665, 701, 701L, 702, 703L,710, 711, 720, 721, 763, 764, 767, 771, 775, 777, 778, 787, 789, 808, 889, 892, 907, 908, 912, 982, 985, 992, 993, 998, 999, C1, C6, C8, C19
17 Mar, 2017 | Notizie
Sai che a Roma… Ikea sta per aprire un punto vendita pop-up in piazza San Silvestro?
Aprirà entro maggio, e dopo qualche mese chiuderà i battenti. Ikea sperimenta a Roma nuove forme di commercio e lo fa, stando a quanto riporta “La Repubblica”, con un negozio temporaneo e differente dai grandi store a cui siamo abituati.
Il mistero che avvolge questo “Ikea pop-up” è molto, alimentato anche dalle dichiarazioni della sede Ikea di Milano: «Ci sarà uno spazio dedicato alla vendita di oggettistica, lampade e mobili, ma non sarà un negozio come siamo abituati a vederli. Sarà qualcosa di sperimentale, innovativo, diverso dalla tradizionale concezione del punto vendita».
Nonostante l’azienda svedese abbia già realizzato esperimenti pop-up a Madrid, Londra e Milano, sembra che per Roma la formula preveda caratteristiche nuove ed uniche.
E così, se Madrid ha sperimentato la possibilità di acquistare prodotti esclusivi introvabili negli altri punti vendita,
Di sicuro, mobili e oggettistica avranno un ruolo preponderante all’interno dello store. Ma per saperne di più… ci tocca aspettare!