Sai che a Roma… dopo 56 anni abbiamo di nuovo le nostre cascate?
Il Giardino delle Cascate si trova all‘Eur, tra i due ponti che attraversano il laghetto, e fu realizzato nel 1961 su progetto dell’architetto Raffaele De Vico con tanto di pietre, scogliere, fontane, piante e giochi d’acqua. Il giardino però fu chiuso poco dopo, e negli anni fu utilizzato solo saltuariamente come set cinematografico (per esempio nel film L’ultimo bacio del regista Gabriele Muccino).
Dal mese di maggio 2017 questo inaspettato angolo di natura è di nuovo fruibile. Anche il ponte pedonale Hashi (“ponte” in giapponese), infatti, è stato finalmente ripristinato dopo che alcuni vandali ne avevano rovinato la pavimentazione vetrata. Ora quindi la Passeggiata del Giappone, affollatissima nel periodo dell’Hanami, è tornata ad essere completamente percorribile. L’apertura è tutti i giorni, dalle 7 alle 20, e si accede arrivando da viale Oceania.
L’architetto Franco Zagari ritene che il Giardino delle Cascate sia “forse il giardino moderno italiano più interessante della seconda metà del Novecento“. Non vorrai mica perdertelo?!
La gioia per il recupero di questo incredibile giardino di paesaggio, con la sua simmetria classica, non riguarda esclusivamente motivi estetici e ludici. Le cascate e i giochi d’acqua rivestono infatti un importante ruolo nell’ossigenazione e nella movimentazione delle acque del laghetto, da sempre in lotta contro la proliferazione di alghe.
Altra interessante curiosità è che le cascate, grazie a una serie di lavori che hanno avuto luogo tra il 2007 e il 2008, possono essere utilizzate in caso di malfunzionamento del “fungo” dell’Eur, ovvero il serbatoio idrico del quartiere.
Sai che a Roma… esistono ben 15 forti realizzati alla fine dell’Ottocento?
Dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia (1870) infatti, si decise di rinforzare le difese della città, fino ad allora ancora affidate, per lo più, alla cinta muraria dell’imperatore Aureliano (III sec. d.C.).
Al termine di un lungo iter burocratico, nel 1877 si decise di costituire attorno alla città un “campo trincerato” composto da 15 forti (all’inizio ne furono previsti 10) e 4 batterie (fortificazioni in cui venivano collocate le bocche da fuoco e le artiglierie, come obici e mortai), oggi ormai totalmente inglobati nel tessuto urbano.
I fortilizi sono distanti tra loro 2-3 km, e sono 4-5 km più esterni della vecchia cinta aureliana, coprendo una circonferenza di circa 40 km. Sono disposti presso i maggiori accessi alla città, in corrispondenza, quindi, con le antiche vie consolari romane, o su alture intermedie. Le batterie invece (pensa all’attuale uscita della tangenziale “Batteria Nomentana” o a via della Batteria di Porta Furba!) possono trovarsi in posizione leggermente arretrata rispetto ai forti.
Temendo un attacco francese dalla costa, i primi 7 forti realizzati a partire dal 1877 furono Appia Antica, Monte Mario, Casal Braschi, Boccea, Aurelia Antica, Bravetta e Portuense (tutti, tranne Appia Antica, sulla riva destra del Tevere).
A seguire, con l’arrivo di nuovi fondi (1879), sorsero i forti Ardeatina, Casilina, Prenestina, Tiburtina e Pietralata, tutti sulla sinistra del Tevere.
Infine, dal 1881 si costruirono i forti Ostiense, Monte Antenne e Trionfale.
Dal 1882 iniziò anche la realizzazione delle batterie a pianta esagonale Appia Pignatelli, Nomentana e Porta Furba, che si aggiungevano alla Batteria Tevere, sorta ai piedi di Monte Mario, sulla riva destra del fiume.
Il campo trincerato di Roma fu realizzato in soli 5 anni, con una spesa di circa 23 milioni di lire, e ovviamente non mancarono polemiche e critiche in merito sia alla spesa che alla struttura stessa.
Le previste vie di collegamento tra i forti, anche sotterranee, non furono invece mai compiute.
Sai che a Roma… con “Viaggio nei Fori” puoi visitare il Foro di Cesare e il Foro di Augusto proprio come apparivano 2000 anni fa?
Quest’anno l’appuntamento con il Viaggio nei Fori torna ad essere una delle attrattive delle serate capitoline dal 13 aprile al 12 novembre 2017.
I due viaggi nell’Antica Roma sono l’esito di un progetto di Piero Angela e Paco Lanciano. I luoghi, la vita e i personaggi degli ultimi anni della Repubblica e dei primi secoli dell’età imperiale sono stati ricostruiti, con assoluto rigore scientifico, grazie all’utilizzo di innovative tecnologie.
Tramite filmati, rendering, musiche e ologrammi ti troverai letteralmente immers@ nell’Antica Roma, e potrai ammirare il Foro di Cesare e il Foro di Augusto trovandoti davanti agli occhi ciò che il tempo ha reso invisibile.
A tutti i partecipanti verrà fornita un’audio-guida (disponibile in 8 lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo e giapponese), che consentirà di ascoltare la spiegazione del sito con musica ed effetti speciali
Foro di Augusto
Nonostante la narrazione tratti anche temi più generici riguardanti la romanità nel suo insieme (costumi, ordine politico e civile, la figura del pater patriae…), ad essere il vero e incontrastato protagonista della narrazione rimane Augusto. Augusto è il primo imperatore di Roma, colui che ha donato un nuovo volto alla città, ponendo le basi di quel dominio che avrebbe reso Roma la vera Caput Mundi, sinonimo di grandezza, cultura e civiltà. Le tracce dell’Impero Romano sono presenti dalla Spagna all’Iraq, dall’Inghilterra al Nordafrica, e ancora oggi non possono che destare stupore, rispetto e ammirazione. Politico lungimirante e abile stratega, al princeps va anche il merito di aver favorito un periodo di grande prosperità e fervore artistico, le cui influenze risultano vive ancora oggi.
Ogni colonna, ogni pietra e ogni evidenza archeologica del Foro di Augusto, sotto la guida del divulgatore scientifico per eccellenza, Piero Angela, parlerà al pubblico per permettere a tutti l’emozione e l’orgoglio di dire, almeno per una sera, “Civis Romanus sum“, cioè “Io sono parte dell’Impero Romano”!
Dove: Foro di Augusto – via Alessandrina, lato Largo Ricci Quando: dal 13 aprile al 12 novembre 2017 Orario: dal 13 aprile al 30 aprile: ore 20.20 – 21.20 – 22.20
dal 1 maggio al 31 agosto: ore 21.00 – 22.00 – 23.00
dal 1 settembre al 30 settembre: ore 20.00 – 21.00 – 22.00
dal 1 ottobre al 31 ottobre: ore 19.00 – 20.00 – 21.00 – 22.00
dal 1 novembre al 12 novembre: ore 19.00 – 20.00 – 21.00 Durata: 40 minuti Disabili: previsti, su apposite pedane, 6 posti + accompagnatore per ogni replica Biglietti: intero 15 € (combinato con Foro di Cesare 25 €) ridotto 10 € (combinato con Foro di Cesare 17 €)
Per maggiori info su riduzioni, gratuità e modalità di vendita e prevendita: www.viaggioneifori.it/ Facebook:Viaggio Nei Fori Web:www.viaggioneifori.it
Foro di Cesare
Lo spettacolo, in questo caso, si configura come una visita itinerante in 4 tappe. Tramite una scala nell’area della Colonna Traiana e una passerella realizzata appositamente, si attraversa il Foro di Traiano e, percorrendo la galleria sotto i Fori Imperiali, si giunge nel Foro di Cesare, il primo dei Fori Imperiali.
Il Tempio di Venere riappare in tutta la sua magnificenza, e sotto i portici torna a rianimarsi la vita del periodo di passaggio dalla Roma Repubblicana a quella Imperiale. Le tabernae, cioè gli antichi negozi e uffici, riappaiono, insieme alle scuole e a un bagno pubblico. Anche la nuova Curia fatta costruire da Giulio Cesare, ancora oggi esistente, riassumerà per qualche istante l’aspetto che aveva in origine. E la ricostruzione dei luoghi e dalla storia da essi evocata, fa rivivere anche la figura del grande condottiero e dictator. Una figura complessa, controversa, un uomo amato e odiato, ammirato e temuto, ma in ogni caso protagonista indiscusso della storia mondiale.
Dove: Foro di Traiano, presso la Colonna Quando: dal 13 aprile al 12 novembre 2017 Orario: dal 13 aprile al 30 aprile: ore 20.20 – 22.40, ogni 20 minuti
dal 1 maggio al 31 maggio: ore 20.40 – 23.20, ogni 20 minuti
dal 1 giugno al 31 luglio: ore 21.00 – 23.40, ogni 20 minuti
dal 1 agosto al 31 agosto: ore 20.40 – 23.40, ogni 20 minuti
dal 1 settembre al 31 settembre: ore 20.00 – 23.20, ogni 20 minuti
dal 1 ottobre al 31 ottobre: ore 19.00 – 22.20, ogni 20 minuti
dal 1 novembre al 12 novembre: ore 18.20 – 22.00, ogni 20 minuti Disabili: accessibile Biglietti: intero 15 € (combinato con Foro di Cesare 25 €) ridotto 10 € (combinato con Foro di Cesare 17 €)
Per maggiori info su riduzioni, gratuità e modalità di vendita e prevendita: www.viaggioneifori.it/ Facebook:Viaggio Nei Fori Web:www.viaggioneifori.it
Sai che a Roma… con la mostra Cross the Streets il MACRO racconta 40 anni di Street Art e Writing?
Con questa mostra (dal 7 maggio al 1° ottobre 2017) gli spazi del museo mirano a storicizzare il fenomeno della Street Art e del Writing, ripercorrendone l’evoluzione da simbolo di controcultura a vero e proprio movimento artistico. Un movimento che include stili e tecniche diversi, dai graffiti agli stencil e alla fotografia, arrivando a diventare un’importante fonte di ispirazione per molti settori della vita contemporanea, come la moda, la pubblicità, la musica e il cinema.
Paulo Lucas von Vacano, ideatore e curatore di Cross the Streets, afferma che “La rivoluzione avviene quando la strada entra nel museo e il museo si trasferisce nella strada. Chi sopravvive alla strada governa il mondo!”. Ma bisogna anche ricordare che sulla compatibilità tra Street Art e Museo, non tutti gli street artists sarebbero d’accordo… (per esempio l’artista Blu nel 2016 ha scelto di cancellare le proprie opere dai muri di Bologna per protestare contro la privatizzazione e mercificazione della creatività, incarnate in una mostra sulla street art organizzata a Palazzo Pepoli).
Nell’indagare il potere espressivo, la forza mediatica e la capacità magnetica di questa forma espressiva, Cross the Streets ne ripercorre la storia, con uno zoom particolare sull’evoluzione del graffitismo romano.
La mostra è divisa in 4 sezioni.
In Street Art Stories, all’ingresso, si ripercorre la nascita e l’evoluzione del movimento attraverso alcune rappresentative opere di autori quali WK Interact, presente con un’installazione site specific di 14 metri, Invader (suoi i famosi mosaici che nel 2010 colorarono i muri di Roma), Obey the Giant (vero nome Shepard Fairey), il cui Middle East Mural viene esposto per la prima volta in Europa).
L’opera di Keith Haring sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni a Roma
Keith Haring Deleted è una sezione fotografica (foto di Stefano Fontebasso De Martino) dedicata a due interventi artistici realizzati da Keith Haring a Roma, ma purtroppo irrimediabilmente cancellati. Si tratta delle opere realizzate sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni (1984) e sui pannelli trasparenti che affiancano la linea della metropolitana A nel punto in cui attraversa il Tevere. La prima opera fu cancellata in occasione della visita del presidente russo Gorbaciov a Roma nel 1992, mentre la seconda fu fatta cancellare addirittura nel 2000, perché occultava la vista del Tevere. Sempre consapevoli e lungimiranti, gli amministratori capitolini…!
La sezione Writing in Rome 1979-2017 è stata pensata invece per approfondire lo stretto rapporto esistente fra la città di Roma e il mondo dei graffiti e del writing, anche considerando che Roma ospitò, nel 1979, la prima mostra di graffiti che si tenne fuori dagli Stati Uniti (galleria La Medusa). Qui sono esposte anche alcune opere di Lee Quinones e Fab 5 Freddy , che per quasi 40 anni sono state credute disperse. Interessante ricordare anche come Roma, almeno fino alla metà degli anni ’90, fosse una delle metropoli più ambite dai writers internazionali. Sai perché? Perché, a differenza di quanto avveniva nelle altre città, i vagoni della metropolitana su cui gli artisti realizzavano le loro opere non venivano ripuliti! I pezzi realizzati, quindi, potevano avere una lunga vita e, di sicuro, qualcuno sopravvive ancora oggi!
Per finire, Fuck you All rende omaggio ai grandi eventi che hanno accompagnato e segnato in modo indelebile la costituzione di questo movimento, come ad esempiola nascita dell’Outdoor Festival e la mostra Fuck You All di Glen Friedman (1998) le cui opere sono qui esposte.
Tra gli appuntamenti che avranno luogo durante la durata della mostra Cross the Streets, segnaliamo quello del 20 maggio, quandol’artistaJBRock realizzerà un raro esempio di art sharingdurante l’evento speciale intitolato “The Moleskine Black Wall“. L’opera, “Moleskine, il tuo universo”, verrà prodotta su un muro di 12 metri composto da 960 classici taccuini Moleskine. Gli stessi usati correntemente dai writers per preparare gli sketch dei loro lavori e chiamati appunto Black Book.
Dal 14 maggio, poi, sarà in programma la Sky Arte Arena, ovvero 10 proiezioni dedicate alla street art che si terranno all’interno dell’auditorium di Odile Decq. Verranno presentate opere come Dismaland – La giostra crudele di Banksy, Graffiti a New York e Ronnie Cutrone – Everything is a cartoon for me. L’ingresso alle proiezioni è gratuito per il pubblico in possesso del biglietto di ingresso alla mostra.
Di seguito, una gallery con alcune delle opere esposte nel corso di Cross the Streets:
Obey Giant (Shepard Fairey) – Middle East Mural
Camille Rose Garcia – “Animals talk at midnight”
Sten-Lex
Kazuki Takamatsu – “Get information from cats”
Koralie – “Batgirl”
Nick Walker – “38 Pigtails”
Mark Ryden – “Bear Girl”
Miss Van – Untitled
Nick Walker
Obey Giant (Shepard Fairey) – “Obey comandante 1”
Pax Paloscia
Obey Giant (Shepard Fairey) – “Lenin money”
Obey Giant (Shepard Fairey) – “Giant Stalin”
Obey Giant (Shepard Fairey) – “The Don”
Swoon
WhyStyle
WhyStyle
WK Interact – “Jump out”
Dove: MACRO (Museum of Contemporary Art) di via Nizza, 138
Quando: dal 7 maggio al 1° ottobre 2017
Orari: da martedì a domenica, 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il lunedì.
Biglietti: 10 euro (9 euro per i residenti nel territorio di Roma Capitale). Previste riduzioni.
Sai che a Roma… con l’espressione “peccato che nun ce sii l’impiccato” si indicava una bella giornata, quasi perfetta, in cui però l’unico elemento mancante era lo spettacolo gratuito di una “bella” impiccagione?
Le esecuzioni capitali facevano parte delle attrazioni che la Roma papalina offriva ai romani, viandanti o pellegrini, i quali, oltre a visitare i monumenti dell’antichità classica e i luoghi di culto, potevano provare emozioni forti grazie allo spettacolo del boia. Era così forte il gusto sadico della plebe romana nell’assistere alle “giustizie” (così erano chiamate le esecuzioni capitali), che queste erano considerate vere e proprie feste. In una stessa giornata era poi possibile assistere anche a numerose esecuzioni, intervallate da esibizioni di saltimbanchi e giocolieri.
L’uccisione del condannato al patibolo rispondeva all’esigenza, da parte delle autorità, di punire il colpevole in maniera esemplare, in modo tale da rappresentare un monito per tutti i cittadini. L’impiccagione era solo uno dei tanti metodi previsti. Tra i molti altri metodi diffusi c’erano la decapitazione, la lapidazione, l’impalamento, la ruota, il rogo, solo per citarne alcuni.
Le esecuzioni erano talmente frequenti che i patiboli erano parte integrante dell’arredo urbano delle principali piazze. I luoghi principali dove avvenivano le esecuzioni capitali erano Piazza Campo de’ Fiori, Piazza Navona, il Campidoglio, Ponte Sant’Angelo, o le carceri con annessi tribunali di Tor di Nona e la scomparsa Corte Savella.
Così il Belli ricorda l’impiccagione di Camardella, condannato a morte nel 1749, colpevole dell’omicidio di un prete da cui era stato frodato. L’esecuzione era avvenuta quasi un secolo prima e il ricordo dell’evento era ancora vivo nella memoria dei romani. Belli non aveva assistito al fatto, ma lo racconta come se lo avesse vissuto in prima persona, con gli occhi di un ragazzino:
Il Ricordo
Er giorno che impiccorno Gammardella
io m’ero propio allora accresimato.
Me pare mó, ch’er zàntolo a mmercato
me pagò un zartapicchio[1] e ’na sciammella.[2]
Mi’ padre pijjò ppoi la carrettella,
ma pprima vorze gode[3] l’impiccato:
e mme tieneva in arto inarberato
discenno: «Va’ la forca cuant’è bbella!».
Tutt’a un tempo ar paziente Mastro Titta[4]
j’appoggiò un carcio in culo, e Ttata a mmene [5]
un schiaffone a la guancia de mandritta.
«Pijja», me disse, «e aricordete bbene
che sta fine medema sce sta scritta
pe mmill’antri[6] che ssò mmejjo de tene».[7]
1 Un balocco che salta per via d’elastici.
2 Ciambella.
3 Volle godere.
4 Il carnefice è a Roma conosciuto sotto questo nome.
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