Sai che a Roma… arriva la campagna? A partire dal 30 marzo 2014 il Mercato Contadino ti dà appuntamento ogni domenica davanti all’ippodromo delle Capannelle (via Appia Nuova, 1245)!
Si tratta del nuovo farmer’s market della Capitale, che nasce all’ormai consueto grido di “Mangiamo locale”, filosofia sempre più diffusa che unisce produttori e consumatori in un nuovo e sano connubio.
Questo nuovo mercato nasce su iniziativa del Mercato Contadino dei Castelli Romani che, grazie alla disponibilità della società che gestisce lo storico impianto ippico della capitale, ogni domenica farà incontrare a Capannelle i produttori dei Castelli con quelli dell’agro-romano e degli altri territori del Lazio.
Tanti produttori del territorio si daranno appuntamento tutte le domeniche dalle 8,30 alle 13,30 per diffondere la filiera corta e il mangiare locale: sarà possibile acquistare prodotti freschissimi di qualità – certificati biologici e non, alcuni igp, dop, doc – ortofrutta appena raccolta, olio e vino, latte e formaggi freschi, stagionati di pecora, mucca, bufala e capra, pane lavorato con la pasta madre, carne, porchetta d’Ariccia, lumache, uova di galline che razzolano all’aria aperta, confetture e marmellate, miele, dolci da forno, farine e legumi, fiori e piante, cioccolata dei frati trappisti, birre artigianali presentate direttamente dai mastri birrai che racconteranno i loro segreti…
Il giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura a Roma
Sai che a Roma… si nasconde anche un vero giardino giapponese?
Si tratta del Giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura, ormai aperto tutto l’anno (tranne nei mesi di luglio, agosto e nel periodo natalizio) e fruibile grazie alle visite guidate gratuite messe a disposizione dall’Istituto stesso.
E’ un piccolo ma prezioso gioiello nel cuore della città, meraviglioso nel massimo della sua fioritura, in primavera, ma che regala affascinati e suggestivi scenari anche durante gli altri periodi dell’anno.
La prenotazione è obbligatoria (al numero 06.9484.4655) e ci sono vari turni disponibili il martedì, giovedì e venerdì, mattina e pomeriggio, e il sabato mattina.
Le prenotazioni sono possibili per il mese in corso e il successivo. Puoi controllare le disponibilità cliccando qui. Ti avvisiamo che trovare posto non è molto facile, quindi ti conviene provare all’inizio del mese!
Il giardino dell’Istituto Giapponese, il primo ad essere realizzato in Italia da un architetto giapponese, è opera di Ken Nakajima, che si è occupato anche del progetto per l’area giapponese dell’Orto Botanico di Roma.
Al suo interno sono presenti tutti gli elementi caratteristici del giardino giapponese di stile sen’en (giardino con laghetto), proprio secondo i canoni classici che ci vengono in mente quando pensiamo a un giardino giapponese: il il laghetto, la cascata, le rocce, le piccole isole, il ponticello e la lampada di pietra, tôrô. Tra le piante troviamo il ciliegio, il glicine, gli iris e i pini nani.
La veranda che affaccia sul laghetto, tsuridono, è il punto ideale per godersi la vista!
Una piccola curiosità è che le pietre che formano la cascata, in realtà, di giapponese hanno molto poco, perché arrivano direttamente dalla campagna toscana!
Sai che a Roma… i nomi delle strade ci raccontano la storia della città? E’ il caso di vicolo dell’Atleta, a Trastevere.
Il Vicolo dell’Atleta prende il nome dalla statua dell’Apoxiòmenos (dal greco “colui che si raschia” con lo strigile l’olio spalmato sul corpo per il combattimento) scoperta proprio in questa strada nel 1844. E’ lui l’atleta in questione!
La statua è una copia romana in marmo di un originale bronzeo di Lisippo ed è esposta ai Musei Vaticani. Sempre presso vicolo dell’Atleta, fu ritrovato un cavallo in bronzo ritenuto un originale di età classica. Il cavallo, oggi ai Musei Capitolini, sarebbe parte di un gruppo che Alessandro Magno fece realizzare da Lisippo per un monumento equestre dedicato ai capitani caduti durante le guerre Persiane, nella battaglia del fiume Granico.
Il primo nome della strada era vicolo delle Palme per la presenza di questi alberi portati dalla Giudea e piantati davanti a una casa medievale probabilmente sede di una antica sinagoga. Il nome fu poi cambiato in vicolo dell’Atleta nel 1873 per la presenza di una strada omonima nel Rione Ponte.
Sai che a Roma… il teatro di Villa Torlonia è tornato a risplendere? La prima cosa che colpisce entrando in questo teatro è l’atmosfera fiabesca, sospesa nel tempo, le sculture, le pareti affrescate, la ricchezza di ogni dettaglio. Si avverte un senso di meraviglia per avere scoperto un luogo segreto e incantato nel centro della città. Questa sensazione è poi il filo conduttore, il leit motiv che pervade tutta Villa Torlonia, a cominciare da quel posto magico che è la Casina delle Civette.
Gli splendidi affreschi della volta del teatro sono di un artista sconosciuto ai più in Italia, ma talmente famoso negli Stati Uniti da meritarsi l’appellativo di Michelangelo D’America. Questo è il soprannome dato a Costantino Brumidi, ricordato per aver affrescato la cupola del Campidoglio a Washington, dove morì a 75 anni per una caduta da un’impalcatura.
Il teatro fu commissionato nel 1840 come regalo di nozze del principe Alessandro Torlonia per la moglie Teresa Colonna. Il progetto fu affidato all’architetto Quintiliano Raimondi che iniziò i lavori nel 1841, ma a causa della sua morte nel 1848 e di problemi familiari del principe, il teatro fu inaugurato solo nel 1874, in occasione del matrimonio della figlia di Alessandro, Annamaria, con il principe Giulio Borghese. Raimondi combina stili diversi, realizzando qualche cosa di unico nel suo genere, con il corpo centrale ispirato alla classicità del Pantheon, il palcoscenico con sfondo apribile sul parco, e con finti spettatori sulle pareti laterali. Era un teatro privato, con poche poltrone destinate a un pubblico ristretto, e con gallerie decorate con colonne in legno a imitare il marmo, e con la volta elegantemente affrescata. Adiacenti alle gallerie c’erano salotti dove gli spettatori potevano intrattenersi durante gli intervalli o dove il principe invitava la nobiltà romana durante le sue serate mondane. Il teatro di Villa Torlonia ospitò una rappresentazione pubblica solo una volta, la prima e unica, nel 1905, voluta dal giovane Giovanni Torlonia, nipote di Alessandro . Poi la guerra, l’occupazione anglo americana (1944-1947), ne hanno decretato il definitivo abbandono. Tutto il complesso della villa fu acquisito dal Comune di Roma nel 1978. Finalmente, dopo un lungo restauro, il teatro è entrato a far parte della Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea.
Diverse sono le iniziative previste nel corso dell’anno, e in particolare, almeno fino al 31 maggio 2014, visite guidate. Le visite sono previste alle 11.30 e alle 16.30 nei giorni di sabato, domenica e dei festivi e alle ore 11.30 nei giorni feriali dal martedì al venerdì (lunedì chiuso).
Prenotazione obbligatoria delle visite al numero 060608, costo € 5. Teatro di Villa Torlonia – Via Spallanzani, 5
Sai che a Roma… il Vicolo dell’Orso (Rione Ponte) deve il suo nome all’antico “Albergo dell’Orso” il cui primo proprietario era Baccio dell’Orso? Un successivo possessore incaricò un pittore di realizzare l’insegna dell’albergo disegnando due orsi. Il pittore chiese 8 scudi per dipingere gli orsi incatenati e 6 scudi per realizzarli privi di catena. Il proprietario andò a risparmio optando per i due orsi senza la catena. Quando poi, a causa della pioggia, l’insegna sbiadì, il proprietario si rivolse al pittore per avere spiegazioni e questo rispose che gli orsi erano spariti perché lasciati senza la catena…
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