Sai che a Roma… gli scavi per la metro C non finiscono di sorprendere?
Un nuovo e importante ritrovamento archeologico è emerso dagli scavi per un pozzo in via dell’Amba Aradam (angolo via della Ferratella). Stavolta a rivedere la luce sono stati i resti di un edificio romano datato al II-III secolo d.C. e del quale, eccezionalmente, ci sono giunte conservate anche le parti in legno, come il solaio e le gambe di sgabelli e tavolini.
All’interno del pozzo Q15 infatti, tra i 9 e i 10 metri di profondità, i resti appaiono carbonizzati e come pietrificati. Un improvviso incendio ha fatto collassare l’edificio. I resti rinvenuti, come in una sorta di piccola “Ercolano” della Capitale, appaiono cristallizzati in questo tragico istante, che ha segnato la fine anche per un cane e il suo cucciolo (o forse un gatto), i cui scheletri sono stati rinvenuti nell’area di scavo.
L’eccezionalità del ritrovamento riguarda soprattutto la presenza delle strutture lignee, che generalmente si conservano solo in condizioni ambientali molto peculiari. In questo caso, è stata proprio la carbonizzazione a rendere possibile che il legno arrivasse fino a noi. Del solaio ligneo (vero e proprio unicum per Roma) è stato possibile riconoscere i travetti rettangolari di legno a cui venivano fissate le canne di che servivano per far aggrappare gli intonaci al solaio stesso e alle pareti. Anche i resti della contignatio, ovvero, come spiega Vitruvio, la struttura portante del solaio, con una trave principale e travicelli minori da questa sostenuti, hanno suscitato negli archeologi un bel po’ di emozione!
Altri elementi lignei di arredo risultano più difficili da riconoscere, ma di certo in alcuni è possibile identificare gambe di sgabelli o tavolini e perfino uno stipite con tracce del vetro della finestra.
Pareti finemente affrescate con motivi floreali e resti di mosaici pavimentali in bianco e nero costituiscono la parte più “normale” del rinvenimento!
Le strutture potrebbero essere interpretate, forse, come ambienti di rappresentanza di una caserma scoperta circa un anno fa in viale Ipponio, sempre durante i lavori per la metro C. Non si esclude però la loro appartenenza a qualche ricca domus privata aristocratica, simile a quelle note sul Celio..
Lo scavo, intrapreso a dicembre del 2016, è ancora in corso, mentre già si riflette su come conciliare le esigenze di realizzazione della metro C con quelle di conservazione dei reperti. Il pozzo infatti è necessario sia per far passare le talpe che scaveranno le gallerie, sia per permettere tempestivi interventi di consolidamento del terreno qualora le vicine Mura Aureliane dovessero mostrare di risentire del passaggio di tali macchinari. Per il momento, comunque, sembra che si stia pensando di asportare i resti e di rimontarli all’interno del museo della stazione.
Purtroppo il diametro del pozzo è di soli 8 metri, e la profondità di scavo non consente di ampliare le indagini oltre le pareti del pozzo, che costituisco un contenimento per il terreno e permettono quindi di lavorare in sicurezza. Non sarà quindi possibile ampliare l’area di scavo per scoprire anche le parti della struttura. Si continuerà invece a scavare in profondità, fino a -13 metri, quota a cui dovrebbe trovarsi il pavimento del piano terra della struttura.
Qui sotto, il video del tg3 in cui viene presentato il ritrovamento
A Roma, durante gli scavi per la metro C, è stata fatta una scoperta eccezionale: una casa distrutta da un incendio nel terzo secolo, conservata come a Pompei. Dal Tg3 delle 19 del 26 giugno 2017, il servizio di Anna Frangione
Pubblicato da Tg3 su Lunedì 26 giugno 2017